Il Karate-Do è un'arte marziale nata nelle isole Ryukyu, (la cui più grande è l'isola di Okinawa), in Giappone. Fu sviluppato dai metodi di combattimento indigeni chiamati: te (手 lett. "mano") e dal kenpō cinese.[Prevede la difesa a mani nude, senza l'ausilio di armi, anche se la pratica del Kobudo di Okinawa, che prevede l'ausilio delle armi tradizionali (Bo, Tonfa, Sai, Nunchaku, Kama), è strettamente collegata alla pratica del karate. Attualmente viene praticato in versione sportiva (privato della sua componente marziale e finalizzato ai risultati competitivi tipici dell'agonismo occidentale) e in versione arte marziale tradizionale per difesa personale. Nel passato era studiato e praticato solo da uomini, ma col passare dei secoli anche le donne si sono avvicinate a questa disciplina.
Per una crescita sana, equilibrata e matura.
E' un antichissimo metodo di combattimento a mani nude, senza armi, che utilizza
in modo sistematico e razionale tutte le parti del corpo umano per la difesa personale,
educativa e formativa.
Non solo esercizio fisico ma ricerca interiore delle proprie
qualità comportamentali.
Non si tratta di vincere gli altri ma se stessi.
L'autodisciplina e l'autocontrollo, sia fisico che psichico, necessari per progredire
giornalmente fino a raggiungere la perfezione dei movimenti, implicano l'acquisizione di un
buon comportamento civile ed un perfezionamento del carattere. Se ne possono trarre benefici fisici e spirituali: forza,
agilità, prontezza di riflessi, autocontrollo, concentrazione.
L'aggressività, determinata da tensioni e da conflitti interni,
viene ridotta con la pratica delle arti marziali.
E’ appurato che giovani con problemi con la giustizia, la scuola o la famiglia hanno cambiato radicalmente il loro comportamento con questa pratica.
I maestri ed gli istruttori debbono trasmettere con il loro insegnamento valori quali la disciplina ed il rispetto per se stessi e per la società.